giovedì 10 marzo 2011

...LA PELLE...

Le funzioni svolte dalla pelle sono numerose e vanno ben oltre la semplice protezione degli organi interni dagli agenti atmosferici, chimici e meccanici. La pelle regola svariati processi e influenza molteplici funzioni nell’organismo, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio idro-salino, al controllo della termoregolazione e rendendo possibili tutti quei movimenti che, con l’aiuto dei muscoli, compiamo continuamente. La pelle produce vitamina D, melanina e ormoni. Inoltre, svolge un’attività immunitaria, assorbe e secerne sostanze, si rinnova continuamente, si ripara e si mantiene elastica, modificando il proprio aspetto a seconda delle necessità e delle influenze interne ed esterne.

Grazie al fitto reticolato recettoriale distribuito a livello cutaneo, siamo in grado di percepire diversi stimoli, come le variazioni di temperatura, il dolore, il piacere, il solletico e così via. È il principale indicatore dei disturbi che interessano gli organi interni (basti pensare alle relazioni
esistenti tra l’anemia e il pallore cutaneo,tra l’epatite e il colorito giallastro) o di alcune manifestazioni psicologiche (come sbiancare in uno stato di panico o arrossire in situazioni imbarazzanti), ed è anche un bersaglio d’eccezione non soltanto per i trattamenti dermocosmetici, ma anche per numerosi farmaci, che vedono nella via transdermica una delle più efficaci modalità di somministrazione per il futuro.
 
ANATOMO-FISIOLOGIA DELLA CUTE

La pelle può essere osservata a occhio nudo oppure attraverso la lente di un microscopio:
nel primo caso si osservano caratteristiche macroscopiche (conformazione, pigmentazione, trama superficiale, annessi cutanei...), fondamental per il check up cutaneo e per eventuali diagnosi, nel secondo caso si esaminano le componenti microscopiche (strati cutanei, tipologie cellulari...), importanti per comprendere le strutture con cui interagiscono i prodotti cosmetici.
Da un punto di vista anatomico, la pelle è formata da alcuni strati sovrapposti:
quello più superficiale (epidermide) è sottile, privo di vasi sanguigni e non innervato; quello intermedio (derma) è spesso, di colore rossiccio e assolve a numerose funzioni,  tra cui la nutrizione dell’epidermide; quello più profondo (ipoderma) è detto anche tessuto sottocutaneo, si trova al di sotto del derma ed è formato prevalentemente da tessuto adiposo.


Epidermide

L’ epidermide è lo strato più esterno della pelle. Deriva dall’ectoderma ed è costituita da un epitelio pavimentoso stratificato in grado di rinnovarsi continuamente, nel quale è possibile individuare 5 strati cellulari sovrapposti:
  1. basale, 
  2. spinoso
  3. granuloso
  4. lucido
  5. corneo.
  • Lo strato corneo è quello più superficiale ed è fondamentale per le sue funzioni protettive e per il mantenimento dell’idratazione cutanea. È formato da corneociti (cheratinociti appiattiti, privi di nucleo e pieni di cheratina, una proteina fibrosa a elevataresistenza). I corneociti sono tenuti insieme dal cemento intercorneocitario, unasostanza costituita in prevalenza da acidi grassi, ceramidi e colesterolo. Salendo verso la superficie, la compattezza dello strato corneo diminuisce e si intravedono lacune e depressioni, conseguenti al processo progressivo di desquamazione.
  • Film idrolipidico: è una sottile emulsione protettiva a livello dell’epidermide formata dalla secrezione sebacea e dalla componente acquosa del sudore. Questa miscela di acqua, lipidi e sali minerali, che funziona come una barriera semipermeabile, si oppone all’eccessiva evaporazione, sia per occlusione meccanica, sia trattenendo cutanea è essenziale che questo film sia preservato. Per questo dopo ogni detersione sarebbe bene applicare un’emulsione idratante.
  • NMF: le molecole liberate dallo strato corneo, insieme con i componenti elaborati dalle ghiandole sebacee e sudoripare, contribuiscono a formare l’NMF (Natural moisturizing factor - fattore naturale d’idratazione). È una complessa miscela di sostanze presenti nell’interstizio intercorneocitario, formata in particolare da aminoacidi liberi (40%, in prevalenza serina), acido pirrolidoncarbossilico (12%), urea (7%), acido lattico (12%), ammoniaca (1,5%), oltre ad acido urico, glucosamina, creatinina, residui mucopolisaccaridici, fosfolipidi ed elettroliti (calcio, sodio, magnesio, potassio, cloro).
Lo strato corneo è un bersaglio cosmetologico di grande importanza per numerosi prodotti idratanti e, grazie alla conoscenza della composizione molecolare dell’NMF, è possibile formulare cosmetici contenenti un fattore di idratazione ricostituito.

  • Lo strato lucido è presente in alcune zone (piante dei piedi, palme delle mani) e appare come il risultato della sovrapposizione di numerosi strati di cellule appiattite, anucleate e cheratinizzate.
  • Lo strato granuloso presenta ancora cellule appiattite, ma dotate di un piccolo nucleo, le cellule granulose, che sono state spinte verso l’alto dall’intensa attività riproduttiva degli strati sottostanti. Le cellule dello strato granuloso sono ricche di granuli di cheratoialina, di fibrille e di filaggrina, una proteina che stimola la trasformazione dei cheratinociti, favorisce il legame dei filamenti di cheratina e si degrada rilasciando le sostanze che formano l’NMF. Queste cellule producono inoltre altre proteine, tra cui l’involucrina e la loricrina, che si depositano a livello della membrana cellulare, formando una parete resistente.Nello strato granuloso troviamo poi i corpi di Odland, detti anche corpi lamellari, vescicole provviste di membrana contenenti numerosi strati lamellari di lipidi, disposti uno sull’altro. La membrana dei corpi di Odland va a fondersi con la membrana delle cellule più superficiali dello strato granuloso e i lipidi vengono rilasciati all’esterno per esocitosi. Questi grassi vanno poi a disporsi tra un corneocita e l’altro, formando il cemento intercorneocitario di cui si è parlato.
  • Lo strato spinoso è formato da diverse file di cellule ricche di precheratina, tenute insieme dai desmosomi, speciali giunzioni intercellulari dotate di numerosi filamenti che conferiscono a questo strato un aspetto spinoso. Attraverso gli spazi intercellulari diffondono le sostanze nutritive, che raggiungono gli elementi cellulari sovrastanti. Gli alfa-idrossiacidi (acido glicolico, citrico, malico, tartarico...) presenti nella frutta (canna da zucchero, agrumi, mele, uva) sono sostanze ampiamente utilizzate in cosmetologia, in quanto capaci di alterare i desmosomi e favorire l’esfoliazione cutanea, liberando gli strati inferiori dell’epidermide e rendendo la pelle più luminosa.
  • Lo strato basale è quello più profondo dell’epidermide ed è formato da un’unica fila di cheratinociti di forma cilindrica, impegnati in un’intensa attività riproduttiva che spinge continuamente le cellule verso gli strati superficiali. Tra i cheratinociti dello strato basale si trovano i melanociti, cellule pigmentarie di origine nervosa provviste di prolungamenti che si sviluppano fino alle cellule dello strato spinoso. I melanociti producono la melanina, un pigmento che viene accumulato in granuli (melanosomi) prima di essere ceduto ai cheratinociti degli strati superiori dell’epidermide. La melanina difende gli strati profondi della cute dall’azione nociva delle radiazioni ultraviolette, riuscendo ad assorbirle in gran parte, anche se col passare degli anni questo sistema di protezione diventa sempre meno efficace, per via della diminuzione progressiva del numero dei melanociti. Esistono due tipi di melanina: l’eumelanina (di colore bruno e prevalente nei soggetti di carnagione scura) e la feomelanina (di colore rossiccio e prevalente nei soggetti con i capelli rossi), che si mescolano in percentuale variabile nei diversi fototipi, determinando il colore della carnagione. La sintesi della melanina avviene a partire dalla tirosina, secondo il processo della melanogenesi, che rappresenta un bersaglio cosmetologico di eccellenza nel trattamento delle ipercromie.
Nell’epidermide troviamo poi le cellule di Langerhans, particolarmente diffuse a livello degli strati spinoso e granuloso, che intervengono nella risposta immunologica e occupano un ruolo determinante nella difesa dell’organismo. Infine, nell’epidermide, si possono osservare anche le cellule di Merkel, presenti a livello dello strato basale, ma estese fino agli strati intermedi attraverso ramificazioni del citoplasma. Sono cellule connesse alla sensibilità tattile e fondamentali ai fini della percezione sensoriale.

l'epidermide


Derma

Costituisce lo strato intermedio della pelle, presenta uno spessore 20-30 volte superiore a quello dell’epidermide, è ricco di vasi ed è responsabile del nutrimento e del sostegno della cute. È una struttura solida ed elastica, formata da fibre collagene, che conferiscono coesione e compattezza, e fibre elastiche, che assicurano resistenza alla trazione. Il derma, inoltre, contiene tutti gli annessi cutanei che si sviluppano nell’epidermide (apparato pilo-sebaceo, ghiandole sudoripare, eccrine e apocrine).
Il derma e l’epidermide sono separati da una sottile lamina, definita giunzione dermo-epidermica (membrana basale), di fondamentale importanza da un punto di vista fisiologico. È una struttura priva di cellule, composta da tre lamine: una superiore (lamina lucida), una intermedia (lamina densa) e una inferiore (lamina fibroreticolare).
La lamina lucida è attraversata da sottili filamenti di ancoraggio che si inseriscono nella lamina densa. La lamina densa è formata da materiale amorfo e sovrasta la lamina fibroreticolare, una zona che non risulta ben delimitata ed è formata da fibrille di ancoraggio, microfibrille elastiche e sottili fibrille di collagene, elementi che favoriscono l’adesione tra gli strati superiori e quelli inferiori della pelle. Le principali funzioni assolte dalla giunzione dermo-epidermica sono di ancoraggio tra derma ed epidermide e di interscambio di nutrienti e fattori di crescita tra questi strati.
La parte superiore del derma, nel punto in cui entra in contatto con l’epidermide (attraverso la giunzione dermo-epidermica) presenta caratteristici rilievi (papille dermiche), che aumentano la superficie di contatto tra le due regioni, favorendo l’adesione tra esse e la permeazione delle sostanze di scambio. Il derma si divide in tre zone principali:

derma papillare: è la parte più superficiale ed è rappresentato dalle papille che si inseriscono nell’epidermide;
derma medio: costituisce l’area più significativa di tutto lo strato e rappresenta il vero e proprio sostegno della pelle;
derma reticolare: è lo strato inferiore del derma e si insinua nell’area sottostante, l’ipoderma.

A differenza dell’epidermide, il derma è attraversato da numerosi vasi sanguigni e linfatici, fondamentali per le funzioni di nutrizione e detossificazione della cute. Quest’area rappresenta il bersaglio cosmetologico principale dei numerosi prodotti ad attività anticellulite e destinati al miglioramento della micro-circolazione periferica. Il derma risulta fondamentale ai fini della resistenza, dell’elasticità e del turgore della pelle, grazie alla presenza delle fibre connettivali (collagene ed elastina), che si intrecciano tra loro formando una fitta rete. Si tratta di strutture costituite da glicoproteine fibrose prodotte dai fibroblasti, cellule presenti nel derma. Questa particolare matrice extracellulare è tenuta insieme dalla fibronectina, una glicoproteina che aderisce contemporaneamente alle cellule dermiche, alle fibre connettivali e a tutti gli altri componenti della sostanza fondamentale. Quest’ultima colma gli spazi tra le fibre e i vasi sanguigni e appare come una struttura gelatinosa amorfa, costituita da acqua, proteine plasmatiche, ioni, ma soprattutto da glicosamminoglicani (GAG), che sono delle macromolecole formate da lunghe catene glucidiche sintetizzate dai fibroblasti. 
l GAG più importante è l’acido jaluronico, uno dei principali ingredienti presenti nei cosmetici antiage. La sostanza fondamentale, grazie ai suoi componenti, è di fondamentale importanza per la plasticità cutanea, oltre che per il mantenimento dell’idratazione profonda della pelle.
Le fibre collagene, oltre alle proprietà di sostegno, sono in grado di trattenere acqua.
Le fibre elastiche sono formate da microfibrille ed elastina, una proteina che assicura alla pelle una grande elasticità, oltre a conferirle il giusto tono e a garantirne l’idratazione.
Col passare degli anni, il collagene si degrada progressivamente e l’elastina, soprattutto in seguito a prolungata esposizione al sole, degenera. Questi fenomeni determinano la perdita dell’efficienza del derma nel mantenimento del tono, del turgore, dell’elasticità e dell’idratazione della pelle e stanno alla base del processo di invecchiamento.
Il derma rappresenta pertanto un bersaglio di elezione per numerosi trattamenti antiage che agiscono stimolando i fibroblasti a produrre collagene ed elastina.

Ipoderma
Si tratta di un tessuto connettivo lasso che rappresenta lo strato più profondo della cute e confina con il derma sovrastante senza una particolare separazione anatomica. Inferiormente, l’ipoderma si estende fino alla fascia che ricopre i muscoli. A livello strutturale, quest’area è costituita da imponenti fasci di fibre collagene che formano delle cavità ricolme di tessuto adiposo e vasi sanguigni di calibro maggiore. Il tessuto adiposo è formato da adipociti e sostanze liposolubili e, grazie alla particolare struttura, sostiene e ammortizza gli organi sottostanti, contribuendo inoltre al modellamento del corpo. Gli adipociti sono cellule che contengono 19 abbondanti quantità di grasso, si rigonfiano rapidamente e fungono da tessuto di deposito e riserva, costituendo una fonte ricca di nutrimento e di energia. L’ipoderma rappresenta inoltre un tessuto isolante e partecipa attivamente alla termoregolazione.
In particolari zone del corpo (addome, glutei, cosce, mammelle) l’ipoderma risulta particolarmente spesso (pannicolo adiposo), anche se la sua conformazione dipende dal sesso, dall’età e dall’etnia del soggetto.
Infine non bisogna dimenticare che la pelle rappresenta la sede del tatto e contiene numerose terminazioni nervose che originano dai corpuscoli tattili. Questi recettori presentano struttura e funzione variabile, sono distribuiti su tutto il corpo e consentono di percepire la materia che entra in contatto con la cute, riconoscendone le diverse proprietà attraverso la pressione, la forma, il dolore, il caldo, il freddo, il solletico e la trazione, a seconda che si tratti dei corpuscoli di Pacini, Merkel, Ruffini o Meissner.



Annessi cutanei - Ghiandole

Eesistono diversi tipi di ghiandole: sebacee, sudoripare apocrine e sudoripare eccrine.
Le ghiandole sebacee si trovano in gran parte annesse al follicolo pilifero, ma possono anche trovarsi a livello delle regioni di confine tra cute e mucosa.
Da un punto di vista strutturale, queste ghiandole presentano forma a grappolo con acini ricchi di cellule secernenti il sebo, una sostanza fondamentale per la conservazione delle proprietà fisiologiche della pelle, in grado di contribuire alla formazione del film idrolipidico, al mantenimento del pH cutaneo e alla difesa della pelle, grazie alle sostanze batteriostatiche in esso contenute e al suo pH acido (3-4). Da un punto di vista chimico, il sebo è costituito da gliceridi e acidi grassi liberi, cere esterificate, squalene e colesterolo.
Il sebo crea una barriera semipermeabile e si oppone alla perdita di acqua, svolgendo un’azione idratante indiretta. Inoltre, recentemente è stato dimostrato che il sebo contiene sostanze ad attività antiradicalica, efficaci nella difesa dell’epidermide dallo stress ossidativo. A livello dell’occhio, il sebo prodotto dalle ghiandole palpebrali si mescola con le lacrime, producendo un’emulsione lubrificante fondamentale per il trofismo della superficie oculare.
La ghiandola sebacea rappresenta il bersaglio cosmetologico di elezione per il trattamento dell’acne e della seborrea.
Le ghiandole sudoripare eccrine producono il sudore, sono distribuite su tutta la superficie cutanea e sono fondamentali per la termoregolazione, in quanto l’evaporazione del sudore abbassa la temperatura della pelle. L’ampia variabilità nel numero delle ghiandole che si osserva tra i diversi individui sembra dovuta a fattori di adattamento ambientale e individuale, con particolare riferimento al clima. Queste ghiandole presentano forma tubulare, sono attive fin dalla nascita e non sono connesse con l’apparato pilosebaceo, in quanto sboccano direttamente a livello della superficie cutanea.
La produzione di sudore è influenzata in termini quali-quantitativi dalle condizioni esterne (temperature) e interne (stress). Il sudore è formato da acqua (99%), cloruro di sodio, potassio, urea, glucosio, lattati e piccole quantità di amminoacidi; presenta valori di pH compresi tra 4 e 7 e riduce l’acidità della componente grassa del film idrolipidico. Oltre a svolgere la funzione termoregolatrice, le ghiandole sudoripare eccrine rappresentano un importante sistema di escrezione di farmaci e sostanze tossiche.
Le ghiandole sudoripare apocrine appartengono al complesso pilo-sebaceo. Producono
anch’esse sudore, ma negli esseri umani sono limitate ad alcune regioni del corpo, tra cui le ascelle, il pube e i genitali esterni. Queste ghiandole presentano una struttura tubulare e rivestono un ruolo importante soprattutto per la formazione dell’odore corporeo personale. Esistono notevoli variazioni individuali nella distribuzione e nella grandezza delle ghiandole apocrine. Il sudore apocrino appare come una sostanza grassa, lattiginosa e biancastra, contenente anche colesterolo, proteine e glucidi. Le sostanze presenti nelle secrezioni delle ghiandole apocrine vengono degradate dai batteri che si trovano in queste regioni del corpo, determinando il caratteristico odore acre del sudore.
Nella nostra società gli odori corporei rappresentano un problema molto sentito e le numerose strategie di deodorazione coinvolgono in gran parte le ghiandole sudoripare, riducendone l’attività, inibendo la flora batterica oppure captando direttamente le molecole odorose prodotte.

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