L'estate è iniziata e il caldo di questi giorni aumenta la voglia di mare e sole....il sole è un alleato della pelle...
I
raggi UV, infatti, sono gli unici a permettere la produzione di
vitamina D. Il
calciferolo, nonostante prenda il nome di
vitamina D,
ha un'azione molto più ampia di una vitamina, tanto che ormai in campo
specialistico si considera un pro-ormone. Fra le tante funzioni quella
più importante avviene a livello del sistema immunitario, regolando
l'azione dei
linfociti T.
Giusto per confondervi ancora un pochino vi dico un'altra cosa: la
vitamina D è un
derivato del
colesterolo.
A livello dermico, il raggio UV spezza un legame chimico del
colesterolo producendo il calciferolo. Questa molecola, passando prima
dal fegato e poi dai reni, viene poi trasformata nella sua forma attiva
(1-25 Colicalciferolo).
I
livelli ottimali di
vitamina D3 (nella forma di 25(OH)D) sono fra
i 44 e 55 ng/ml, ma purtroppo la maggior parte delle persone non ne ha in tale quantità e, per questo, le
difese sono più
deboli. Un’altra cosa importante da sapere è che la
vitamina D è necessaria per metabolizzare il calcio.
L'esposizione al sole è in questo senso di vitale importanza, ma ci
sono dei limiti. Esporsi alle radiazioni oltre la dose limite di
UV
ha però effetti nocivi, poiché blocca la produzione di vitamina D e, a
volte, diminuisce i suoi livelli in quanto provoca un utilizzo locale di
quella appena prodotta.
Per un
carnagione chiara caucasica bastano
20 minuti di sole per arrossarsi e provocare danni alla pelle, mentre per una
carnagione scura ce ne vogliono
fino a 10 volte di più per raggiungere gli stessi livelli. Anche l'
orario in cui si prende il sole conta. I
20 minuti non sono pericolosi se si collocano nelle ore di
picco di UV (fra
le 12.00 e le 15.00) e in estate (fra aprile e settembre). Quindi per
avere lo stesso effetto in inverno bisognerà aumentare i tempi di
esposizione.
A
inizio stagione è bene evitare esposizioni continue e prolungate.
10 minuti vanno bene per i primi
2-3 giorni,
2-3 volte al giorno. Si può continuare per
1-2 settimane su basse esposizioni in modo da
evitare l'aumento del rischio di
cancro alla pelle, fino a quando cioè il corpo riuscirà a gestire il sole senza problemi.
Inoltre, più
superficie dermica viene esposta al sole migliore sarà la
conversione di
colesterolo in
vitamina D3.
Parlo della vitamina D3 in quanto è questa la forma attiva più
importante. Quindi, affinché i 20 minuti di sole giornaliero possano
essere efficienti è necessario
esporre almeno il
40% della Pelle al sole, che significa levarsi la maglietta e indossare i pantaloni corti.
In ogni caso, secondo W. Grant, i benefici che derivano dai raggi
UV-B sono 15 volte superiori agli effetti.
L'esposizione ai raggi
UV-B riduce il
rischio di Cancro,
diabete,
malattie cardiache,
ipertensione,
sclerosi multipla,
osteoporosi,
psoriasi,
ricchezia,
schizofrenia,
tubercolosi e
miopatia. Dall'altra parte, se ci sovraespone alla luce si possono incontrare non pochi problemi.
L'unico modo per evitarlo è
non scottarsi, evitare di stare troppo al sole e avere una
dieta ricca di antiossidanti che si trovano nella
frutta e nella
verdura. Un altro nutriente fondamentale per la salute della pelle sono gli
omega 3, presenti in alimenti come l'olio di krill e nel salmone.